Dal 24 al 27 Novembre 2012 le Manifatture Knos con l'Università del Salento regalano a paesaggisti, architetti e appassionati giardinieri la possibilità di avere un workshop con il grande paesaggista e giardiniere francese Gilles Clément, autore di diversi libri tra cui Manifesto del Terzo paesaggio e Il giardino in movimento.
L’obiettivo è di immaginare prospettive, processi, possibilità di lavoro in comune, per poi rivedersi dopo sei mesi e partire con alcuni progetti e laboratori. Si tratta di scoprire dei luoghi attraverso lo sguardo del terzo paesaggio e del terzo luogo, ovvero quei paesaggi e quei luoghi su cui la natura ha ripreso il suo dominio vanificando scempi e inutili interventi dell'uomo.
Camminare per riavvicinarci con intimità ai luoghi e a noi stessi, passo, passo con la rimodulazione delle nostre aspettative
verso orizzonti più umani e di maggiore speranza.
Camminare vuol dire, attraverso la scoperta della sua realtà misteriosa, riconnettersi col mondo ad un livello più alto
e ritrovare l'antenna del proprio corpo per ricevere e trasmettere percezioni di autentico stupore.
Camminare con la consapevolezza che la poesia sia la forma prima di conoscenza della natura delle pietre, delle piante e dei paesaggi cesellati da tante operose generazioni di genti vive.
Camminare con in testa il comandamento paesologico che "nulla che sia bellezza a noi è estraneo", attraverso le rupi che sono un paesaggio povero e ossuto in cui però ancora r-esiste l'ineffabile idea che "il mondo abbia più senso lì dove è più vuoto".
Camminare in un paesaggio tanto povero, quanto espressivo fatto di ossa, - le pietre - e di capelli, - le esili graminacee - danzanti al minimo refolo d'aria che il grillaio raccoglie sotto l'ala per l'ultimo spirito santo della giornata.
Camminare nell'essenziale prato arido mediterraneo per fare ritorno a noi stessi dopo esserci troppo a lungo distratti nella sfavillante foresta dai fantasmagorici alberi dallo sviluppo infinito.
Cammineremo insieme, e, un passo alla volta, cercheremo di lasciarci dietro il nostro mondo di “cose importanti”, imparando ad ascoltare quello che ci viene sussurrato da un posto unico, alla ricerca dei tesori che sono lì ad aspettare chiunque creda nella loro esistenza. Ogni luogo è solo un luogo. Ogni luogo è solo un luogo, finché non riusciamo a vederlo, e per riuscire a vederlo lo dobbiamo lasciare entrare. Si, proprio così, non siamo noi ad entrare in esso, ma possiamo essere noi a lasciar dischiudere le porte, quelle che ci tengono distinti, separati, ognuno sul suo piccolo pianeta personale. E bisogna avvicinarsi in punta dei piedi, e saper aspettare, e guardarsi un po' di sottecchi, fino a che nessun altro luogo sarà uguale a quello e la sua vita scorrerà in noi come noi in lui. Ma non pensate sia cosa facile, non si tratta di esplosioni mirabolanti, come al cinema, si tratta di riuscire a vedere l'invisibile, e ascoltare, e ci sarà forse un po' di vento, e il cammino da fare, perché ogni cosa che valga la pena di essere conosciuta richiede un viaggio, affinché il percorso dei nostri piedi possa disegnare quello che diventeremo. Vedremo le spunnulate, la stessa acqua in cui si specchiavano gli assetati viaggiatori che percorrevano il Salento prima delle automobili e dell'asfalto, la stessa acqua che ancora scorre silenziosa tra rocce e mare, aspettando che il viaggiatore riesca a specchiarsi in essa. Guardando ancora con più attenzione, riusciremo a trovare e conoscere lo spinaporci [Sarcopoterium spinosum], una pianta parente delle rose che, nonostante la baldanza delle sue spine, è in realtà fragilissima, in un mondo moderno popolato di macchine insensibili, e che in Italia cresce ancora solo in questo particolare, unico luogo. Ascolteremo il suono del vento tra le canne ed i giunchi delle paludi, che ci parlerà di un Capitano che decise di fermarsi, dopo aver viaggiato attraverso tutti i mari, proprio qui, dove adesso sorge il centro visite.
Ci fermeremo anche a pensare, perché appena alle nostre spalle, tra gli antichi olivi e le sorgenti della Sarparea, le macchine urgono e fremono per entrare, per trasformare uno dei più grandi oliveti del Salento, rimasto fin'ora proprio come era quando il Capitano lo guardava, in un villaggio residenziale.
Perché si sa, quando un luogo non è più solo un luogo, ma diventa parte dei nostri sguardi, ci si preoccupa, perché lì abita un pezzo della nostra anima.
Nella nostra avventura avremo il prezioso supporto del dott. Bruno Vaglio e del dott. Cristian Casili, agronomi paesaggisti, che ci aiuteranno a vedere oltre che guardare per conoscere quello che respira intorno a noi.
"NOVELLANO" TEATRI D'ARTE, "ATLANTIDE " e "MUJMUNE'" condividono un sentire comune, la sensibilizzazione, la conoscenza e la difesa del paesaggio.
Da qui nasce l’esigenza del laboratorio in movimento che raggiungerà, l'azienda biologica Piccapanne di Cutrofiano (LE), L'idea è quella di fare "nuove esperienze di educazione ambientale” e di condurre un’attività di ricerca che nasce come avventura di apprendimento partecipata e predilige conduzioni non nozionistiche ma coinvolgenti e dinamiche con l'obiettivo di far vivere ai partecipanti esplorazioni e piccoli viaggi di socialità e sostenibilità ambientale, con la consapevolezza di imparare a vivere più leggermente sul nostro pianeta.